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Trento, 15 luglio 2011
Come affrontare le specie alloctone e invasive
dopo la segnalazione di “Panace di Mantegazzi”

Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

I cambiamenti climatici fanno sentire i loro affetti anche attraverso la comparsa di nuove specie animali e vegetali, che si spostano seguendo l’aumento delle temperature del pianeta. Sulle Alpi ed in Trentino appaiono dunque sempre più spesso specie alloctone e invasive che in alcuni casi possono far emergere delle problematicità nei rapporti con l’ambiente naturale e con l’uomo.

E’ di pochi giorni fa la segnalazione ad opera del personale del Parco Adamello-Brenta della comparsa il Val Rendena, in due stazioni, di Heracleum mantegazzianum o Panace di Mantegazzi. Si tratta di una pianta tossica infestante di origine caucasica, considerata ad elevata pericolosità per l’uomo, tanto da comparire nell’elenco delle 100 peggiori specie invasive secondo il progetto europeo DAISIE.

Importata in Europa alla fine del XIX secolo come pianta ornamentale è in grado di diffondersi con estrema rapidità ed è considerata, in particolare nelle Isole britanniche e nell’Europa orientale, una delle specie più dannose. La sua pericolosità è legata principalmente alla tossicità cutanea e oculare della sua linfa che si verifica con la fotoesposizione e dalla capacità di minacciare la biodiversità provocando il deperimento e la distruzione della vegetazione indigena. Per tali motivi è considerata una pianta "indesiderata" e fa parte delle cosiddette Specie Aliene Invasive (fonte Wikipedia).

A causa della fototossicità e della sua natura invasiva, la Panace di Mantegazzi è spesso oggetto di campagne nazionali di rimozione attiva, specie nei paesi Europei ove rappresenta un problema a causa della sua diffusione (Regno Unito, Germania, Belgio, Svizzera, Scandinavia); in Italia, mentre sono ampiamente diffuse varietà differenti di Heracleum, la Panace di Mantegazzi si trova solo in alcune regioni del Nord.

Il tema della presenza in Trentino di specie alloctone ed invasive è stato al centro dei lavori anche nell’ambito della legge n. 11/2007 e dei successivi regolamenti di attuazione. La nuova segnalazione impone un ragionamento sulla necessità di istituire al più presto un sistema di allerta rapida e risposta, un coordinamento su scala nazionale ed alpina per lo scambio di informazioni e di buone pratiche gestionali, un investimento nella formazione e nell’aggiornamento del personale forestale e di vigilanza, al fine di poter cogliere tempestivamente queste nuove presenze.

Ciò premesso,

si interroga il presidente della Provincia di Trento per sapere

1.  se la “Panace di Mantegazzi” sia stata segnalata anche in altre stazioni del Trentino oltre a quelle ritrovate in Val Rendena;

2.  come abbia affrontato il tema dell’eradicazione di questa specie aliena;

3.  come la Provincia stia affrontando il tema delle specie alloctone, siano animali o vegetali;

4.  se non ritenga necessario istituire un sistema di rapida allerta e risposta;

5.  se non ritenga utile sviluppare una crescente collaborazione in ambito alpino ed internazionale per raccogliere e diffondere le informazioni relative alle specie alloctone e invasive;

6.  se non ritenga necessario procedere ad un’azione formativa del personale provinciale e della pubblica amministrazione, compresi gli enti funzionali, più esposto ad incontrare le nuove specie, a rilevarne l’esistenza e più adatto ad affrontare gli interventi conseguenti.

Cons. Roberto Bombarda

 

     

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